sabato 6 novembre 2010

Wi - Fi Pubblico In Italia - Si è Arrivati Alla Svolta?


Da Gennaio 2011 il Wi-Fi da luoghi pubblici sarà più libero e probabilmente anche più diffuso sul territorio italiano.Infatti secondo il disegno di legge presentato da Maroni il decreto Pisanu, introdotto 5 anni fa, avrà termine il 31 dicembre 2010 e con esso tutti gli obblighi e restrizioni per chi offre servizi di accesso internet in luoghi pubblici.Certo però non si potrà certo dire che il Wi-Fi pubblico italiano diventerà totalmente liberalizzato, perché il disegno dispone nuove limitazioni per tutelare la sicurezza pubblica, la cui definizione avverrà entro la fine dell’anno.
 Nel frattempo il disegno di legge dovrà comunque passare dall'approvazione del Parlamento.Il punto su cui si focalizza il sostanziale cambiamento, ossia il processo di liberalizzazione, è che secondo l’attuale legge, ossia il decreto Pisanu, il fornitore di Wi-Fi (che può essere un bar, ristorante o cos’altro) in Il punto su cui si focalizza il sostanziale cambiamento, ossia il processo di liberalizzazione, è che secondo l’attuale legge, ossia il decreto Pisanu, il fornitore di Wi-Fi (che può essere un bar, ristorante o cos’altro) in Italia deve identificare in modo certo l'utente, attraverso documento d'identità, carta di credito o anche via sim, registrarne il traffico e, in caso di reato, comunicare alle forze dell’ordine i dati e le generalità del trasgressore. Cosa che nel resto d’Europa non accade perché si usa una registrazione anonima, dato che comunque si suppone che nessuna persona che voglia compiere atti illeciti si farebbe mai identificare così facilmente ma anzi darebbe comunque documenti falsi!
In Italia però è scoppiato il dibattito: mentre alcuni credono che l'accesso libero alle postazioni Wi-Fi e agli internet point porterebbe a ridurre moltissimo la possibilità di individuare tutti coloro che commettono reati attraverso internet, dando così la possibilità a criminali di ogni genere, da mafiosi a pedofili o a terroristi, di nascondersi tra la massa di utenti non più identificabili, altri spingono sulla motivazione che il Pisanu aumenta le difficoltà e i costi di installazione del Wi-Fi. Sono pochissimi infatti gli “hot spot" in funzione in Italia, fra i 2000 e i 4000 che comunque che corrispondono a circa un quarto o un quinto degli altri principali paesi europei. Dal punto di vista dell'utente poi, la possibilità di identificarsi via sim alleggerirebbe molto gli intoppi burocratici, ma il sistema nasce storpio perché funziona solo con gli operatori italiani tagliando di fatto tutte le utenze estere (e quindi tutti i turisti!).
Italia deve identificare in modo certo l'utente, attraverso documento d'identità, carta di credito o anche via sim, registrarne il traffico e, in caso di reato, comunicare alle forze dell’ordine i dati e le generalità del trasgressore. Cosa che nel resto d’Europa non accade perché si usa una registrazione anonima, dato che comunque si suppone che nessuna persona che voglia compiere atti illeciti si farebbe mai identificare così facilmente ma anzi darebbe comunque documenti falsi!
In Italia però è scoppiato il dibattito: mentre alcuni credono che l'accesso libero alle postazioni Wi-Fi e agli internet point porterebbe a ridurre moltissimo la possibilità di individuare tutti coloro che commettono reati attraverso internet, dando così la possibilità a criminali di ogni genere, da mafiosi a pedofili o a terroristi, di nascondersi tra la massa di utenti non più identificabili, altri spingono sulla motivazione che il Pisanu aumenta le difficoltà e i costi di installazione del Wi-Fi. Sono pochissimi infatti gli “hot spot" in funzione in Italia, fra i 2000 e i 4000 che comunque che corrispondono a circa un quarto o un quinto degli altri principali paesi europei. Dal punto di vista dell'utente poi, la possibilità di identificarsi via sim alleggerirebbe molto gli intoppi burocratici, ma il sistema nasce storpio perché funziona solo con gli operatori italiani tagliando di fatto tutte le utenze estere (e quindi tutti i turisti!).

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